La giusta (in)formazione
In un mondo sopraffatto da pensieri infausti a causa di epidemie pandemiche e scoppio di nuove guerre, prepondera in maniera importante la realtà abbietta delle fake news.
Notizie di ogni tipo e grado di gravità, spesso nate da una celerissima iperbole di passaparola reale o virtuale che possono condurre allo scoppio di sentimenti corali quali odio o paura, più o meno su larga scala.
Quello che un tempo nasceva come sorta di pettegolezzo paesano tra pochi per poi essere divulgato ai più, oggi è una realtà amplificata e velocizzata in maniera esponenziale da Internet e social media in particolare.
La guerra in corso alle porte d’Europa è fatta anche di fake news, le quali corrono sul filo di dispositivi elettronici che ci hanno ormai fagocitato l’esistenza.
Sono notizie false, create e fatte circolare per depistare il nemico e farlo dubitare, di modo che l’incertezza del domani prenda il sopravvento sulla forza decisiva militaresca di oggi. Tutto ciò crea appositamente dubbi e smarrimenti ed è di tale rilevanza penale che può essere punito dalla legge secondo specifici articoli giuridici.
Le fake news possono avere varie origini e vari scopi; a volte vengono create per obiettivi commerciali con la mira di destare attenzione su un prodotto da parte di potenziali clienti poiché, come sosteneva Oscar Wilde, “l’importante è che se ne parli”.
Sempre più comune è il fenomeno del “click baiting”: ovvero pubblicare notizie false o esagerate con foto e titoli sensazionalistici per attirare clic sulle proprie pagine e guadagnare con annunci online, a discapito del vero giornalismo. Diffondere comunque news con tali caratteristiche può essere oggetto di denuncia: diffamazione, aggiotaggio, destare pubblico allarme sono solo alcuni possibili capi imputativi.
In ogni caso, la “mala informazione” è comunque pericolosa e turbativa al punto da poter creare squilibri e problemi poiché è causa di questioni etiche e civiche.
È dunque un dovere civico e morale verificare notizie e relative fonti, poiché l’effetto di ciascuna di esse può essere non sottovalutabile. Anche in tale realtà, l’educazione ricevuta in primis nel proprio nucleo famigliare è fondamentale per le scelte e i giudizi di chi dispone di qualsiasi tipo di device. Occorre una cultura digitale educativa: insegnare agli adulti di domani la diversità ed il confine tra ciò che ci si può permettere di esternare e divulgare e in quale modalità, e ciò che non va diffuso, per non creare ed avere conseguenze più o meno gravi.