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Cibiamoci

Cibiamoci

Ciò che è essenziale per i nostri corpi, sostenendoci dacché la Terra vive nell’Universo, evolvendosi e mutando sino a diventare “gourmet” come oggi amiamo dire, è il cibo. Dalla preistoria sino ai giorni nostri, l’alimentazione ci accompagna non solo nutrendoci, ma scandendo epoche, eventi storici pandemici, cambiamenti sociali. Agricoltura e allevamento hanno fatto sì che intere popolazioni siano sopravvissute fino ad oggi, e i riti nati per la fertilità della terra hanno pervaso anche l’aspetto religioso delle società. Il commercio degli stessi prodotti alimentari, ha creato lavoro emancipando e permettendo la sopravvivenza di interi paesi.

La scelta di cibi è anche manifestazione della nostra identità, del nostro essere, o dell’espressione di Fede religiosa: pensiamo alla religione musulmana, o a scelte vegane e vegetariane. Purtroppo a volte, alcune abitudini alimentari assumono invece una connotazione negativa, se andiamo con la mente a disturbi alimentari quali anoressia o bulimia, o al cibo come compensazione in casi di traumi, insoddisfazioni, disagi personali.

Il cibo può darci anche un senso di appartenenza: una sagra di paese, una ricetta di famiglia, un esercizio commerciale di riferimento per una vivanda a noi cara: alimenta la sensazione di affiliazione ad un gruppo con conseguente senso di sicurezza.

Ma il cibo, è anche una grave discriminante, tra chi ne dispone e chi ne soffre la mancanza, in un mondo in cui metà popolazione soffre di obesità nutrendosi di cibi spazzatura e l’altra metà aspirerebbe solo a nutrirsi a sufficienza: è un paradosso tragico e vergognoso e per tale motivo nascono lotte tra miserabili e speculazioni tra abbienti.

A ovest, l’alimentazione è un mezzo per tormentarsi quando l’anima soffre tramite privazioni o abbuffate smodate, a est un miraggio per chi non ne ha mai il minimo indispensabile.

Il cibo, in un mondo non perfetto ma equo, dovrebbe essere a disposizione di ciascuno, apprezzato ma non speculato, grati di averne sempre. Al pari della tecnologia e del vivere in società, anche qui occorre una cultura del cibo: alimentare scientemente la psiche per nutrire bene il corpo.

Non è solo sostentamento primario, ma anche coltivare un amor proprio che spazia dal corpo alla mente, consuetudine da tramandare significativamente ai più giovani.

Cristina Tonelli

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