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Eccidio rosa

La violenza sulle donne non è una piaga del mondo di oggi, ma lo è sempre stata, poiché ha a che fare col possesso dell’uomo verso una donna, a cui sovente legato affettivamente, considerata proprietà al pari di un oggetto.

Ha a che fare col pensiero di una virilità sminuita o umiliata davanti a un diniego della donna che “osa” negare la sua persona al criminale avanti a sé, avendo anche l’ardire di ribellarsi a soprusi di qualsivoglia genere.

Ha soprattutto a che fare con esempi mancanti o gravemente errati a partire dai nuclei familiari in cui si cresce, da una ignoranza perpetuata e cronica sottostimando la necessità dello studio e della conoscenza che ampliano mentalità e visioni di vita.

La gelosia, la repressione, la rabbia concludono una visione d’insieme tossica e assai pericolosa, fino a giungere spesso all’evento tragico irreversibile, in uomini talmente accecati da oltrepassare anche l’amore per innocenti creature, ove ce ne fossero.

Sovente proprio per tale ultimo motivo, le donne mettono in gioco sopportazione, pazienza, perdono e grande resistenza non prendendo coscienza che in realtà stanno inesorabilmente avviandosi alla loro fine terrena.

Il mondo di oggi, ormai assuefatto ad internet in cui tutto si amplifica in una iperbole impazzita, da un lato dà risalto e giusta attenzione a una piaga che non ha più tempo per ponderazione, dall’altro conduce a folle emulazione e alimenta vortici di pazzia. 

Come contrastare tutto ciò?

Educazione, studio e cultura in generale, educazione specifica del rispetto all’altro, esempi buoni e costruttivi, pene tanto severe quanto reali e prevenzione, affinché la lotta contro la violenza di genere non pare scritta sulla sabbia e cancellata alla prima condotta delinquenziale.

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